5. Gestione del conflitto di interessi
Il conflitto di interessi è dato da un insieme di circostanze che creano o aumentano il rischio che gli interessi primari (pubblici) possano essere compromessi del perseguimento, da parte di un funzionario pubblico, di interessi secondari (individuali, privati).
Com’è intuibile, ciò può interferire con tutte le fasi significative del processo di acquisto: la progettazione, l’affidamento, l’esecuzione.
Può riguardare le seguenti figure: i componenti dei nuclei tecnici di progettazione dell’appalto, i dirigenti della stazione appaltante, il Responsabile Unico di Procedura (RUP) e i suoi collaboratori, i componenti delle commissioni giudicatrici, i soggetti chiamati a verificare la corretta esecuzione dell’appalto.
Può riguardare le seguenti attività: la quantificazione del fabbisogno, la definizione delle specifiche tecniche delle forniture, la definizione dei criteri di valutazione, la valutazione di esclusività/infungibilità, le verifiche di conformità.
L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), con propria determinazione 385/2017, ha identificato tre tipi di conflitto di interessi:
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reale, quando il funzionario pubblico possiede interessi che potrebbero influire indebitamente sull’adempimento dei suoi obblighi e delle sue responsabilità pubbliche;
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apparente, quando il funzionario pubblico sembra possedere interessi che potrebbero influire indebitamente sull’adempimento dei suoi obblighi e delle sue responsabilità pubbliche, ma di fatto così non è;
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potenziale, quando il funzionario pubblico possiede interessi che potrebbero far sorgere un conflitto di interessi nel caso in cui lui dovesse assumere in futuro determinate responsabilità pubbliche specifiche.
Il conflitto di interessi, anche quando è reale, non si traduce automaticamente in comportamenti opportunistici da parte del funzionario pubblico. Tenuto poi conto del fatto che la priorità è perseguire la miglior soluzione possibile di acquisto, la gestione del conflitto di interessi non deve quindi portare necessariamente a non coinvolgere determinati professionisti e determinate competenze in grado di apportare al processo decisionale un importante contributo conoscitivo.
Per contro, una mancata o inefficace gestione del conflitto di interessi costituisce un vulnus sia alla regolarità dell’azione amministrativa sia all’immagine e alla credibilità della Pubblica Amministrazione.
Occorre dunque gestire con trasparenza ed efficacia il rischio di conflitti di interesse, assicurando al contempo che le migliori competenze possibili siano coinvolte e rese partecipi nell’assunzione di responsabilità insita nelle decisioni di acquisto.
Appena il cosiddetto “Sunshine Act” delle imprese sarà a regime, la valutazione dei potenziali conflitti di interesse sarà facilitata.
Detto questo, sottolineiamo che il tema del conflitto di interessi vale altresì nell’ambito di organizzazioni aziendali private.
RACCOMANDAZIONE #12 – Eventi formativi e sperimentazioni
«Porre, in ambito sia pubblico sia privato, la trasparenza come criterio cardine di interazione per la gestione del conflitto di interessi. Tutte le forme di collaborazione esistenti vanno dichiarate. Al contempo, è necessario non penalizzare né i partecipanti a eventi formativi né gli organizzatori degli stessi; analogamente in caso di sperimentazioni»
La partecipazione a un evento formativo o a una sperimentazione – purché non contemporanei alla procedura di gara – non costituisce di norma un caso di conflitto di interessi se l’attività è correlata e proporzionata all’attività svolta dal professionista e ben documentata.
RACCOMANDAZIONE #13 – Gestione del rischio di conflitto di interessi
«Favorire e promuovere la comunicazione di situazioni di conflitto di interessi, anche potenziale, attraverso canali e modalità codificate (ad es. griglie di valutazione predefinite) e individuare i soggetti che devono decidere in merito a tali comunicazioni»
RACCOMANDAZIONE #14 – Gestione del rischio di conflitto di interessi
«Definire un modello che renda trasparenti situazioni di conflitto di interessi potenziali, con particolare riferimento alla formazione sponsorizzata e ai rapporti di collaborazione con il mercato, attraverso criteri che effettuino un bilanciamento trasparente e predefinito degli interessi in gioco»
RACCOMANDAZIONE #15 – Gestione del rischio di conflitto di interessi
«Favorire e promuovere, ove possibile, relazioni con aziende aderenti a codici di pratica commerciale etica, programmando le attività formative da esse sponsorizzate sulla base di criteri interni trasparenti e predefiniti, prevedendo la separazione tra fruitori e decisori delle stesse»
6. Progettazione del capitolato
Nonostante rappresenti una fase determinante per ambire ad un’adeguata soddisfazione del bisogno, la fase della progettazione, in relazione agli appalti di forniture e servizi, è stata trascurata dal legislatore.
È fondamentale che le amministrazioni investano sulla competenza tecnica progettuale, in mancanza della quale si rischia di:
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realizzare procedure di gara che vanno a buon fine, ma dalle quali non conseguono soddisfazioni adeguate di bisogni pubblici;
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ricevere offerte competitive, ma che non vengono rispettate in corso di esecuzione del contratto senza peraltro che l’amministrazione sia in grado di verificarlo.
Un professionista con forti competenze è un professionista in grado sia di svolgere al meglio il proprio compito sia di assumersi le responsabilità dei risultati.
Domande quali “che cosa serve?”, “perché serve?”, “che cosa è appropriato?” sono basilari per la definizione di un buon capitolato e un efficace processo di valutazione. A tal proposito, tanto i membri del collegio tecnico di gara che redigono un determinato capitolato, quanto i membri della relativa commissione di gara devono conoscere sia le tecnologie oggetto di acquisto sia le condizioni del contesto aziendale in cui esse andranno utilizzate.
Nel progettare una gara è fondamentale tener conto del Mercato. Tramite avviso pubblico di consultazione di mercato, è opportuno che il collegio tecnico di gara raccolga tutte le informazioni utili a definire successivamente un buon capitolato (requisiti, specifiche, risultati attesi). In tale contesto, alle imprese va innanzitutto chiesto che cosa potrebbero offrire sia nel presente sia in un prossimo futuro (da 6 mesi a 2 anni); questo sia per evitare di bandire una gara per l’acquisto di tecnologie che invecchieranno rapidamente, sia per non escludere imprese che invece potrebbero partecipare.
È preferibile non formulare richieste troppo concise o non sufficientemente dettagliate rispetto alle specifiche esigenze degli utilizzatori.
La miglior scelta possibile è di tipo “win-win”. Tale considerazione, che deve ancora oggi essere compresa fino in fondo da entrambe le parti, vale anche in fase di definizione della base d’asta.
RACCOMANDAZIONE #16 – Multidisciplinarietà
«Garantire la multidisciplinarietà del gruppo di progettazione»
È importante che il gruppo di progettazione comprenda tutte le competenze necessarie per identificare il bisogno dell’amministrazione e descrivere quanto necessario a soddisfarlo.
RACCOMANDAZIONE #17 – Coinvolgimento del Direttore dell’Esecuzione del Contratto (DEC)
«Coinvolgere il DEC nella fase di progettazione»
Il Dec che sta eseguendo una prestazione è il miglior progettista del futuro. Il Dec, infatti, ha la sensibilità per rilevare eventuali carenze e debolezze del capitolato e provvedere immediatamente alla correzione delle stesse, al fine di evitare di ritrovarsi anche in futuro con regole di esecuzione che non danno adeguata forza al committente.
RACCOMANDAZIONE #18 – Definizione dei bisogni
«Esplicitare nel capitolato la definizione dei bisogni»
La definizione dei bisogni è essenziale per dare forza all’amministrazione che valutasse opportuno escludere un concorrente che non abbia presentato un’offerta equivalente. Talvolta i bisogni del committente vengono dati per scontati. È invece importante che siano oggetto di esplicita riflessione iniziale, sulla base della quale definire le opportune specifiche tecniche.
RACCOMANDAZIONE #19 – Esecuzione della gara
«Inserire nel capitolato le modalità e i tempi di verifica delle prestazioni, nonché le reazioni previste a fronte di un mancato adempimento corretto»
È importante che l’amministrazione dettagli non solo le modalità e i tempi con i quali intende verificare l’esecuzione del contratto, ma anche le misure che intende assumere qualora rilevasse inadempimenti contrattuali. Infatti, maggiore è il dettaglio con cui si specifica come reagirà l’amministrazione a fronte dell’inadempimento rilevato e maggiore sarà la forza del committente.
RACCOMANDAZIONE #20 – Rinegoziazione legata alla valutazione degli outcome in corso di esecuzione
«Predisporre una rinegoziazione di gara con valutazione degli outcome in corso di esecuzione del contratto, che consideri il livello di bisogno clinico emergente e di tecnologia correlata, il valore della soluzione (misurata su dinamiche epidemiologiche e di impatto organizzativo) e la qualità delle prove della soluzione»
Questo si traduce in forme di introduzione governata delle tecnologie innovative che prevedano, da un lato, una quota prefissata del prezzo da pagare al momento dell’acquisto e, dall’altro, un’ulteriore quota “sub iudice” pagabile a consuntivo, solo al verificarsi di determinate condizioni attese in termini di outcome e/o di risparmi. Per supportare ulteriormente tali raccomandazioni si suggerisce, ad esempio, di:
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predisporre strumenti e occasioni di formazione per il personale dedicato;
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istituire un organismo di autogoverno per le tecnologie elitarie; fornire supporto alle sperimentazioni relativamente alle tecnologie non ancora consolidate; • contribuire a programmi volti a identificare individui con specifiche patologie o patologie croniche a elevato costo; • contribuire alla diffusione di linee guida e pratiche basate sull’evidenza scientifica;
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finanziare audit con coinvolgimento pratico collaborativo o team multidisciplinari che includano medici, farmacisti, infermieri, psicologi, …;
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supportare l’empowerment dei pazienti e l’educazione al self-management che può includere modifiche comportamentali, dando vita a gruppi di supporto e interventi sulla prevenzione.